Scegliere i materiali che compongono la nostra casa non è mai un’operazione facile: se inizialmente siamo ispirati da motivazioni del tutto razionali, con il procedere del tempo e dopo vari tentativi, ci rendiamo conto che le nostre scelte e le nostre preferenze sono dettate in realtà da un sentire primordiale.
Da un lato la produzione industriale e la grande disponibilità sul mercato di tanti prodotti per l’arredo della casa ci ha abituati ad essere attenti alle performance tecniche di un materiale o di una finitura. È un approccio giusto e doveroso, che fa anche i conti con gli standard che sono richiesti ai produttori e che soprattutto ci mettono in condizione di comparare efficacemente l’offerta.
D’altro canto però sentiamo nel profondo che non tutto si esaurisce con una scheda tecnica, per quanto dettagliata: abbiamo bisogno che i materiali ci parlino e che ci parlino nel linguaggio più intimo che abbiamo, quello dei sensi.
In questo nessun materiale è più straordinario del vetro.
È straordinario perché è un materiale per sua natura fatto di contrasti che allo stesso tempo ci confondono e ci attraggono: i concetti di fragilità, solidità, trasparenza o leggerezza compiono nel vetro un cortocircuito tra i nostri sensi e le nostre convinzioni razionali.
Più di tutti però è straordinario per gli infiniti giochi che riesce a creare con la materia architettonica per eccellenza: la luce. Non solo, si potrebbe dire che è esso stesso materia luminosa.
Non è quindi forse un caso che fin da quando il vetro ha fatto la sua comparsa sulla scena sia stato subito sfruttato massicciamente come materiale d’architettura.
Esagerando: se dovessimo definire un “prima” e un “dopo” nella storia dell’architettura, questo sarebbe proprio l’invenzione del vetro.
Dai rosoni delle grandi cattedrali fino ai vertiginosi grattacieli dei nostri giorni il vetro si è fatto sempre più strada nell’architettura, non solo come elemento di chiusura verso l’esterno, ma anche e sempre più come elemento di arredo dello spazio interno.
Oggi ricorriamo alle trasparenze ed alle riflessioni del vetro anche per intere pareti della casa o dell’ufficio, oppure può essere in vetro il piano di un importante tavolo da lavoro o per il centro del nostro soggiorno.
La trasparenza riesce a mitigare la presenza di elementi altrimenti ingombranti, senza perdere in solidità e resistenza di fronte a nessun altro materiale tradizionale. Le riflessioni ed i giochi di luce ci comunicano la preziosità degli oggetti ed il valore dell’abitazione. La perfezione delle superfici ci regala una sensazione di ordine degli spazi di vita o di lavoro, ricordandoci la loro estrema semplicità di pulizia.
È dunque una presenza che cerchiamo a molti livelli, molti dei quali sono inconsci, altri invece più razionali.
Il grande successo del vetro come elemento architettonico e di arredo d’interni è reso possibile da un lungo e costante miglioramento delle sue qualità tecniche sia dal punto di vista delle prestazioni che della finitura. Oggi riusciamo ad avere superfici estremamente pure, perfettamente chiare e trasparenti anche con elevati spessori. Allo stesso tempo le resistenze sono migliorate tanto da rendere il vetro un materiale strutturale a tutti gli effetti.
Ci sono poi le innumerevoli possibilità date dalle varianti: oggi abbiamo vetri laccati, pantografati, sfumati, accoppiati ad ogni tipo di pellicola o tessuto stampato per ottenere le grafiche più disparate e personalizzate.
L’arrivo della microelettronica ha addirittura prodotto superfici vetrate a trasparenza variabile, regolabile con un semplice pulsante. Senza dimenticare – ultimo ma non ultimo – che anche a livello di sicurezza gli standard sono ormai talmente elevati da rendere il vetro un materiale sicuro per ogni tipo di ambiente domestico.